E’ la sera del 4 ottobre 1970 quando il corpo senza vita di Janis Joplin viene ritrovato nella stanza numero 105 del Landmark Hotel a Hollywood, California.
E’ il tour manager John Cooke a fare la terribile scoperta e a dare la notizia. Il fidanzato della rockstar lo aveva chiamato qualche ora, preoccupato della latitanza della Joplin, attesa tra l’altro in studio di registrazione per le session del nuovo album Pearl.
Quando sopraggiungono il manager Albert Grossman e il medico, è chiara la natura della morte: overdose di eroina. Pare tra l’altro che si tratti di una tipologia di eroina 5 volte più potente del “normale”.
Una personalità fragile che non ha saputo reggere una solitudine tremenda e dolorosa: ” la solitudine di Janis era diversa rispetto a quella di chi non ha un partner o dei veri amici, lei non aveva nessuno con cui sfogarsi, con cui condividere i problemi di lavoro, a cui raccontare le proprie inquietudini sentimentali…” – commenta Country Joe.
Il destino è crudele con la texana Janis Lyn Joplin: nelle sue intenzioni, quella dose poi divenuta mortale doveva essere l’ultima. La cantante, decisa a smettere con la droga, getta via tutta l’eroina che le rimane. Ma è troppo tardi.
Muore a 27 anni una delle più grandi voci del 900. Per volontà della famiglia le sue ceneri vengono gettate nelle acque dell’Oceano Pacifico.
L’11 gennaio del 1971 uscirà il disco postumo Pearl (Columbia) e sarà subito un grandissimo successo, raggiungendo la prima posizione della classifica album di Billboard.
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Fonte: Ezio Guaitamacchi, Delitti Rock, Arcana 2009
Giusto ricordare una grandissima e sfortunata artista.
Grande lei. “Formidabili quegli anni”.
Peccato siano stati pagato tanto cari.
Ciao.
A.