Il biennio ’67-68 lancia definitivamente nell’olimpo delle grandi star Aretha Franklin. Il passaggio all’Atlantic – avvenuto proprio all’inizio ’67 – segna la vera svolta nella carriera di Lady Soul che con l’album I Never Loved a Man the Way I Love You (Atlantic, 1967) marchia indelebilmente a fuoco la storia del R&B per tutti gli anni a venire. Facciamo però un piccolo passo indietro.
La Franklin nasce nel 1942 a Memphis. E’ figlia del reverendo C.L. Franklin e di Barbara, ma presto la famiglia si sposta a Detroit dove ha modo di conoscere le grandi voci della musica soul come Sam Cooke. All’età di 14 anni è immortalata dal vivo alla New Bethel Baptist Church di Detroit (Aretha Gospel, 1956) in un’acerba ma straordinaria prova; quella ragazzina dimostra già di essere un talento unico nel panorama musicale, di quelli che si contano sulle dita di una mano. Nel 1960 è scoperta dal celebre talent scout John Hammond della Columbia, con cui firma un contratto portando al successo alcuni 45 giri come Dixie Melody e Rock-a-bye Your Baby, anche se la qualità del repertorio è lontana anni luce rispetto a quella che la Franklin produrrà negli anni successivi.
Torniamo al 1968 e al periodo all’Atlantic Records. Aretha quell’anno si porta a casa i Grammy nelle categorie Best Rhythm & Blues Recording e il Best Female R&B Vocal Performance. Il 28 giugno il Time magazine le dedica la prestigiosa copertina: ora Lady Soul è un Elvis al femminile e la regina indiscussa del R&B. Oltre al già citato I Never Loved A Man The Way I Love You, i successivi lavori Lady Soul (Atlantic, 1968), Aretha Now (Atlantic, 1968), Aretha Arrives (Atlantic, 1967) e Aretha In Paris (Atlantic, 1968) sono tutti dei classici che ogni appassionato dovrebbe avere tra i propri archivi.
Per otto anni consecutivi vince tutto quello che si può vincere. Le classifiche la vedono in testa e anche la critica esprime parole di elogio. Il declino commerciale e qualitativo arriva quando la Franklin decide di abbandonare l’Atlantic e passa alla Arista nel 1980, muovendosi in modo confusionario tra dance e pop. Ad ogni modo quell’anno partecipa alla celeberrima pellicola The Blues Brothers. Il 20 gennaio 1987 è la prima donna ad entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel corso degli anni la stampa si è occupata spesso dei suoi inferni personali. Noi vogliamo omaggiarne la grandezza artistica con un breve estratto dal già citato Aretha Gospel, risalente agli inizi di carriera.
Peter Guralnick dirà a riguardo: “La Franklin produrrà arte superiore in seguito, ma mai musica più grande di quella che regala qui, con la voce e i sentimenti messi a nudo”. Il giornalista musicale Eddy Cilìa scrive nel suo saggio Soul rhythm & blues. I classici (Giunti Editore, 2010): “Com’è possibile che nel canto di una ragazzetta risuonino con tanta forza estasi e dolore, gioia e passione e una pensosa maturità?”.
Non ci resta che riascoltarla. Ladies And Gentlemen, Aretha Franklin live dalla New Bethel Baptist Church di Detroit, anno 1956.